venerdì 31 maggio 2013

ABI E ANCE UNITE PER IL MERCATO IMMOBILIARE

In un documento comune tutte le iniziative per fare risorgere il mercato degli immobili in Italia
ABI (Associazione Bancaria Italiana) e Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili) hanno elaborato delle soluzioni concrete per rilanciare sia la domanda degli immobili, sia l’offerta del credito. La prolungata crisi economica ha reso sempre più povere le famiglie, deprimendo i consumi e rendendo stagnante svariati settori dell’economia, in particolar modo quello legato alle costruzioni. I fronti su cui si può agire sono molteplici: dalla rimodulazione dell’IMU, alla riqualificazione energetica; dalla mobilità delle persone ai covered bond per rilanciare il credito.
L’iniquità dell’IMU è stata riconosciuta anche dalla stessa UE.
Il rapporto 2012 su occupazione e sviluppi sociali evidenzia che la tassa per essere più equa dovrebbe essere modificata attraverso un nuovo sistema delle rendite catastali e la rimodulazione delle aliquote. In base alle statistiche ben sette italiani su dieci sono proprietari della casa in cui abitano, la casa è sempre stata il bene rifugio per eccellenza, ecco perché per il fisco italiano non vi è nulla di meglio e di più sicuro che una tassa sul mattone per fare cassa. L’IMU viene quindi a colpire chiunque possieda un’abitazione. E’ un balzello che non è legato al reddito, alla capacità contributiva, ma unicamente al possesso del bene, che è colpito in misura proporzionale alla superficie. L’IMU deve essere corretta attraverso una riduzione delle aliquote, un nuovo sistema di rendite catastali ed una riduzione del prelievo a favore di quei soggetti che concedono immobili in locazione, deve inoltre essere eliminata l’IMU sul c.d. “magazzino”, cioè sulle aree e sui fabbricati costruiti e destinati alla vendita. Una boccata d’ossigeno potrebbe venire anche dalla riqualificazione energetica del parco immobiliare nazionale. Il patrimonio edilizio italiano ha urgente bisogno di riqualificazione, in quanto circa il 65% degli edifici esistenti ha più di trent’anni e sono presenti quasi due milioni di abitazioni che si trovano in precario stato di conservazione, e che di conseguenza, andrebbero demolite e ricostruite o recuperate. Le detrazioni fiscali del 55% legate agli interventi di riqualificazione energetica dovrebbero essere introdotte in pianta stabile, facendovi rientrare anche gli interventi di messa in sicurezza sismica degli edifici. Stesso discorso per le detrazioni del 36% e del 50% nelle quali dovrebbe essere inclusa anche la “sostituzione edilizia”, ovvero la demolizione e ricostruzione dell’esistente con variazione della sagoma e della volumetria.
Un altro fronte su cui agire è il circuito del credito a medio e lungo termine. Gli strumenti che potrebbero essere utilizzati sono i covered bond, ovvero le obbligazioni bancarie garantite. Il loro gettito servirebbe alle banche emittenti per finanziare mutui per l’acquisto di immobili ad alta prestazione energetica (classi A e B).
Un altro interessante strumento potrebbe essere il “risparmio casa”, già ampiamente utilizzato in Germania.
Il risparmio casa è un piano di risparmio ad accumulo, per il quale sono previste specifiche agevolazioni fiscali, e che favorisce dopo un certo numero di anni, la possibilità di ottenere un mutuo per l’acquisto della casa. Si tratta di un buon prodotto ideale per i giovani in quanto consente loro di accumulare la somma necessaria per coprire una quota del prezzo di acquisto della casa non coperta dal finanziamento bancario e
crea una liquidità aggiuntiva per la banca, di medio – lungo termine che può essere utilizzata per l’erogazione di nuovi mutui.

Monica Gatti www.agesi.tv


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