martedì 28 maggio 2013

IN LOMBARDIA GLI INVESTIMENTI IN EDILIZIA SCENDONO DEL 3%


 Tengono solo i prezzi del nuovo e gli investimenti nelle ristrutturazioni, per il resto dell'edilizia lombarda è notte fonda. È quanto mostra il settimo rapporto congiunturale sull'industria delle costruzioni realizzato dall'Ance Lombardia (http://www.ance.it/docs/docDownload.aspx?id=12853). Le stime per il 2013 parlano di un calo degli investimenti del –3,3% per il residenziale che arriva dopo il –6,5% del 2012. Sulla spinta delle migliori performance energetiche e tecnologiche il mercato del nuovo in classe A e B resiste facendo registrare solo una flessione del 3,1% su Milano, del 3,1 su Bergamo e del 5,0 su Brescia per il 2012. Gli investimenti per le manutenzioni e il recupero continuano a mostrare un segno più che secondo le previsioni dovrebbe raggiungere quasi il 3% di crescita per quest'anno. Ma qui si esauriscono le note positive, il resto degli indicatori è completamente negativo: «La crisi del mattone è – sottolinea il presidente dell'Ance lombarda, Luigi Colombo – in prima istanza una crisi di fiducia». Delle famiglie che hanno paura ad investire e delle banche che non concedono i presiti ne alle imprese per realizzare le operazioni, ne ai potenziali acquirenti. Queste sabbie mobili hanno determinato che negli ultimi tre anni 2.101 imprese di costruzioni hanno attivato procedure fallimentari. Mentre se guardiamo solo ai primi due mesi del 2013 si è registrato un ulteriore aumento tendenziale del 68% della Cassa integrazione. La Lombardia ha avuto un crollo dei permessi di costruire sul nuovo per cui dal picco del 2005 con oltre 64mila autorizzazioni, nel 2011 (ultimo dato raccolto) si è arrivati a oltre 24mila permessi. Le compravendite sono diminuite del 25% tra il 2012 e il 2011 in tutta la regione con punte a Lodi e Pavia (-31%) e (-33%) Mantova.
Sul fronte finanziario l'erogazione di mutui per investimenti verso il comparto abitativo è precipitata con un -16,8% del 2011 e -18,9% del 2012, mentre l'andamento dei finanziamenti per l'acquisto di una casa è stato ancora più drammatico con un -48,4% per l'anno passato. Su tutto questo contribuiscono alcune scelte considerate scellerate dall'Ance come il blocco dell'urbanistica per gli oltre 400 Comuni che non hanno ancora completato il nuovo strumento urbanistico (si attende una nuova legge regionale che sblocchi la situazione). Ma anche l'Imu ha fatto il suo: «Non si capisce – ha aggiunto Colombo – perché sulla prima casa si debba imporre un'altra tassa, imposta che grava anche sull'invenduto di cui non ci sono dati definitivi e quindi sulle casse delle imprese». Per l'Ance ci vogliono soluzioni drastiche per le imprese che sempre più devono puntare sull'aggregazione e sulle nuove tecnologie, per le amministrazioni dal punto di vista burocratico, e per le banche attraverso meccanismi di finanziamento allo studio che coinvolgono Cassa Depositi e Prestiti e l'Abi.

Massimiliano Carbonaro www.ediliziaeterritorio.ilsole24ore.com  





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