Se in casa c’è bisogno di cambiare
le finestre i riparare il citofono, è sicuramente questo l’anno
giusto per farlo. Chi ha ristrutturato o ristrutturerà il
proprio immobile o le parti comuni di un condominio dal 26
giugno 2012 al 30 giugno 2013 pagherà infatti soltanto
la metà del relativo costo, scontando il resto dalle
tasse. Il decreto legge n. 83/2012 – cosiddetto “decreto
sviluppo” –, approvato dal governo lo scorso giugno, ha infatti
elevato l’aliquota prevista per il bonus fiscale dal
36% al 50%. La vera novità del “decreto sviluppo” è però il
bonus sugli interventi riguardanti gli impianti elettrici,
per i quali non era mai stata riconosciuta un’agevolazione
fiscale.
Fino a 96.000 euro da detrarre per
ciascun condomino
Non è finita. Nello stesso provvedimento viene raddoppiato – da 48.000 a 96.000 euro – l’ammontare complessivo delle spese detraibili
per ciascuna unità immobiliare. Se l’intervento di
ristrutturazione riguarda le parti condominiali, ciascun
condomino potrà beneficiare del tetto massimo di spesa: l’importo
di 96.000 euro, pertanto, non andrà ripartito.
Non solo per i proprietari
Il bonus fiscale del 50% non è
riservato solo ai proprietari di immobili, ma può essere
utilizzato da tutti i contribuenti assoggettati a Irpef: proprietari ma
anche inquilini o i titolari di un diritto reale di
godimento (usufrutto, uso, abitazione o superficie).
Cosa scaricare: dai materiali
all'Iva
Oltre alle spese strettamente
necessarie per l’esecuzione dei lavori, si potranno detrarre le
spese di progettazione, quelle per le altre prestazioni
professionali connesse, per l’acquisto dei materiali, l’Iva.
Lavori all’impianto elettrico, ecco
quelli detraibili
Quanto agli interventi sull’impianto
elettrico, a questo proposito l’Agenzia delle Entrate ha fornito un elenco delle opere coperte dal bonus sulle
singole unità abitative.
Si va dagli interventi generali di
messa in regola degli impianti elettrici (come da decreto
ministeriale 37/2008), a quelli di riparazione di impianti
insicuri; dai sistemi antifurto alla cablatura degli
edifici; dalla sostituzione o installazione di citofoni e
telecamere, alle opere finalizzate al risparmio energetico; dalla
sostituzione o riparazione di interruttori differenziali all’installazione
di apparecchi di rilevazione gas. Potranno essere “scaricati” anche i
lavori per l’installazione di sistemi di
comunicazione e robotica per favorire la mobilità dei
disabili. Relativamente alle parti condominiali, invece, le opere
coperte dal bonus sono la riparazione – senza innovazioni
dell’impianto o con sostituzione di alcuni elementi – di
allarme e di interruttori differenziali.
Le istruzioni
Come procedere, allora? Il 50% del
costo per le ristrutturazioni edilizie effettuate
può essere detratto dall’Irpef in 10 quote annuali
costanti; non è ammesso, ovviamente, il rimborso di somme
eccedenti l’imposta dovuta. Nella dichiarazione dei
redditi il proprietario dell’immobile dovrà indicare i dati
catastali identificativi dell’immobile oggetto della
ristrutturazione fiscalmente agevolata. Se chi effettua i lavori
è l’inquilino o l’usufruttuario dell’immobile, dovrà
invece inserire anche gli estremi di registrazione dell’atto
o del contratto in base al quale l’immobile è detenuto.
I pagamenti e il bonifico “parlante”
I pagamenti, infine. Per portare in
detrazione le somme, dovranno essere effettuati con
bonifico bancario o postale “parlante”, dal quale dovranno
risultare: causale di versamento (con riferimento all’art.
16-bis del TUIR); codici fiscali di chi paga e del
beneficiario. Al momento del pagamento, la banca o la posta opera
una ritenuta d’acconto nella misura del 4% sull’imposta
dovuta dall’impresa che effettua i lavori.
Emanuela Susmel www.ilsalvagente.it
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