Una delibera del
Comune di Milano del settembre 2012, definita per così dire “rivoluzionaria”,
aveva riconosciuto il diritto al gioco in cortile, apportando una variante al
regolamento di polizia urbana, e concedendo dunque ai bambini la possibilità di
divertirsi liberamente nei cortili, nei giardini e nelle aree scoperte delle
abitazioni private. La finalità era quella di ripopolare di ragazzini vaste
aree ormai destinate esclusivamente a parcheggio di auto e a dimora di
cassonetti per la spazzatura e, soprattutto, preservare i diritti di soggetti
più deboli, quali i bambini, anche a costo di lamentele da parte di altri soggetti.
Ebbene le lamentele ci sono e gli amministratori di condominio sono costretti
ad esporre cartelli di divieto di gioco del pallone in cortile.
Purtroppo, lo stesso Codice civile in materia di condominio (in
vigore dal 18 giugno) non aiuta a risolvere la questione, non esplicitando
norme sull’uso del cortile in tal senso, ma specifica argomentazioni quali
innovazione o cambio di destinazione d’uso delle parti comuni. Il Comune, in
ragione di ciò, ha stilato un vademecum nel quale chiarisce che il diritto al
gioco resta, ma va garantito con specifiche clausole del Regolamento
condominiale e una lettera raccomandata all’amministratore che chieda il
riconoscimento dell’articolo 83 bis. il diritto al gioco, infatti, spesso viene
ostacolato dalle oggettive condizioni dei cortili, che sono eterogenei e vanno
visti caso per caso.
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